Il ponte di Tencarola è sempre stato l’unico attraversamento pubblico a monte di Padova. Tutte le passerelle – da Selvazzano a Cervarese S.C. – fino al primo dopoguerra appartennero ai privati, titolari dei mulini galleggianti nel fiume. Ricordato negli Statuti comunali di Padova già prima del 1237, il ponte in legno è stato ricostruito molte volte (in media ogni 25-30 anni) e in ferro nel 1876. La libertà di transito fu ribadita nel corso del XVIII secolo dal governo della Serenissima con la posa del Leone di San Marco sopra una colonna, quella che oggi svetta sul sagrato, ricostruita nel marzo 2000 con i pezzi originali, fatta eccezione del leone (rifatto) in quanto distrutto dalle truppe francesi nell’aprile 1797. Fino all’età napoleonica la manutenzione del manufatto stradale fu a carico dei comuni della vicarìa (distretto) di Teolo. Il ponte attuale è stato ricostruito nel 1968, dotato di ampie passerelle nell’autunno 2002 e illuminato con gli archi azzurri nel giugno 2003. Lo scrittore padovano Giuliano Scabia nel suo romanzo Nane Oca (1992) così lo descrive: «Il ponte sul fiume Bachinto Bach verde tincoso».
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